Infermiere di famiglia, una cura nella relazione verso l'autocura

Chi è l'infermiere di famiglia/comunità (IF/C)?

Ce lo spiega Elisabetta Passini, Infermiera di Famiglia e Comunità presso la Casa della Comunità di Vergato nel Distretto Appennino Bolognese, raccontandoci il ruolo e l’impatto di questa figura professionale sul territorio.

L’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) ha il compito di individuare e affrontare precocemente i bisogni, anche inespressi, della popolazione di riferimento. Grazie alla conoscenza approfondita della rete di servizi sul territorio, facilita l’accesso tempestivo e appropriato agli interventi sanitari e sociali.

Agendo come collegamento tra le persone e il sistema sanitario, l’IFeC si dedica a migliorare il benessere di individui, famiglie e comunità. Il suo lavoro include attività di prevenzione e promozione della salute in tutte le fasi della vita, svolte direttamente nei contesti familiari e comunitari. Si distingue per un approccio proattivo: non si limita a rispondere a richieste già espresse, ma si attiva autonomamente per intercettare le necessità dei propri assistiti, che conosce a fondo.

Come nasce la nuova figura di Infermiere di Comunità? A quali esigenze risponde?

La figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) nasce per rispondere all’aumento dell’età media della popolazione e alla crescita delle patologie croniche, che comportano un utilizzo maggiore dei servizi sanitari e sociali. Questo scenario richiede una distribuzione più efficiente delle risorse economiche e l’adozione di modelli di assistenza orientati a una presa in carico integrata e globale della persona. L’obiettivo è migliorare la continuità delle cure e rafforzare l’integrazione tra i servizi sanitari e sociali.

All’interno dell’AUSL Bologna, i primi 20 Infermieri di Famiglia e Comunità sono stati selezionati attraverso un bando aziendale, che ha consentito loro di accedere a un percorso formativo specifico per ricoprire questo ruolo strategico. Questa formazione ha preparato gli infermieri a gestire in modo efficace le esigenze complesse delle comunità, favorendo un’assistenza più personalizzata e coordinata.

Come si individuano i bisogni e si accede al servizio

I bisogni possono essere individuati dalla persona stessa, da un familiare o dalla rete socio-sanitaria. Con il consenso dell’interessato, questi possono essere segnalati all’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC). Spesso i bisogni emergono in situazioni di fragilità o complessità, che trovano risposta nei servizi socio-sanitari o del terzo settore.

L’IFeC è orientato alla gestione preventiva dei bisogni di salute nel territorio di riferimento, integrando aspetti sanitari e sociali. Tiene conto dei determinanti della salute, come stili di vita, condizioni sociali ed economiche, accesso ai servizi, e lavora per rimuovere ostacoli che limitano il benessere.

Caratteristiche fondamentali del ruolo includono prossimità, proattività e multiprofessionalità, il tutto accompagnato da un approccio empatico e preventivo. L’IFeC si pone come garante dell’equità delle cure e promuove l’empowerment delle persone, delle famiglie e delle comunità per migliorare la loro capacità di affrontare i problemi di salute.

COME SI ATTIVA
Il Servizio può essere attivato direttamente dal cittadino, dal Medico di Medicina Generale, dal Pediatra di Libera Scelta, dai reparti ospedalieri, dall’Ospedale di Comunità, dall’assistenza domiciliare, dalle associazioni di volontariato o dei malati, dalle centrali di continuità assistenziale, dalle farmacie e dal vicinato.

A CHI SI RIVOLGE
Il servizio è gratuito ed è rivolto a tutta la popolazione residente di ogni fascia di età, è gratuito e svolge il suo ruolo assistenziale in particolare nell’ambito dei nuclei famigliari, sia al domicilio del paziente sia in ambulatorio, nelle strutture intermedie o di lungodegenza in cui viene ricoverato e nella comunità.

Che strumenti si utilizzano per aprire un dialogo con il paziente?

Per instaurare un dialogo efficace, l’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) utilizza:

  • Ascolto attivo per comprendere bisogni e preoccupazioni.
  • Colloquio motivazionale, adattando il linguaggio per favorire la comprensione.
  • Tecniche come la ripetizione, il riassunto o la verifica della comprensione da parte del paziente.

Durante il colloquio iniziale, si raccoglie il consenso informato per i trattamenti sanitari e si procede con un’accurata valutazione infermieristica.

Strumenti aggiuntivi includono:

  • Scale di valutazione infermieristiche, che rendono i dati chiari e condivisibili tra professionisti.
  • Ricognizione farmaci per monitorare e gestire terapie.
  • Materiale informativo, come brochure, interventi educativi e formativi, per promuovere l’empowerment del paziente.

Che tipo di rapporto si instaura con i pazienti rispetto al tradizionale servizio di assistenza?

Con l'Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC), il rapporto con i pazienti si basa sulla fiducia reciproca, che si sviluppa progressivamente. È fondamentale non essere troppo interventisti all'inizio, ma ascoltare e rispettare le preferenze della persona, accettando anche se non è interessata alla cura proposta, che sia sanitaria o sociale. L'etica e il rispetto delle decisioni individuali sono principi centrali.

A differenza dei tradizionali servizi di assistenza, l'IFeC si concentra sul dialogo e sulla comunicazione efficace per evitare resistenze, comprendendo e rispettando le preoccupazioni del paziente. Quando il paziente si rivolge al servizio per un trattamento, la sua motivazione è chiara, ma se accetta un colloquio per esplorare insieme soluzioni per la sua salute e il suo benessere, si lavorerà su aspetti che lo interessano, rispettando anche ciò che non lo riguarda.

Il lavoro dell'IFeC non si limita alla cura fisica, ma include un forte impegno nell'educazione sanitaria, con l'obiettivo di potenziare le autonomie dei cittadini, dei familiari e dei caregiver, supportandoli affinché possano affrontare autonomamente i propri problemi di salute.

Con quali altre istituzioni e servizi si confronta e collabora nel proprio lavoro?

L'Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) collabora attivamente con tutti i professionisti ed i servizi dell’AUSL Bologna , con le assistenti sociali del territorio, con le associazioni.

Cosa cambia nella vita di una famiglia assistita da IFeC?

Per le famiglie assistite dall'Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC), la principale differenza è nella facilitazione dell'accesso ai servizi sanitari e sociali. Le persone che prima faticavano a comprendere i benefici dei servizi ora possono accedervi con dignità e equità, sentendosi ascoltate e supportate da un professionista che li aiuta a migliorare la loro Health literacy (alfabetizzazione sanitaria). L'IFeC lavora insieme alla famiglia per identificare le difficoltà e trovare soluzioni pratiche e condivise per affrontarle.

Quali criticità si sono evidenziate e quali invece i vantaggi di questo tipo di presenza?

Essendo un servizio ancora giovane, l'Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) ha affrontato alcune difficoltà iniziali, come il riconoscimento e la comprensione della nuova figura da parte della comunità e degli altri professionisti. Tuttavia, queste difficoltà sono viste come opportunità per migliorare e ampliare le progettualità future. Un altro aspetto critico riguarda l'aumento delle richieste socio-sanitarie, che impone una maggiore implementazione della figura e la necessità di un supporto psicologico per gestire il carico emotivo derivante dall'assistenza.

Nonostante le sfide iniziali, l'IFeC ha portato significativi vantaggi, come un aumento dell'accesso ai servizi, soprattutto per quelle persone che avevano resistenze ad accedere al sistema sanitario. Inoltre, ha favorito l'emersione dei bisogni nascosti e ha incentivato una maggiore partecipazione nella cura della persona, non solo da parte del paziente, ma anche della famiglia e della comunità. Grazie alla sua presenza, le persone si sentono più supportate e riescono a comprendere meglio come affrontare le loro difficoltà sanitarie e sociali.

https://www.youtube.com/watch?v=KKty9zK35Ok

Vorrei concludere con una frase di Adalberto Barreto che sicuramente ho nel cuore e che guida il mio agire: “La comunità scopre che se ha dei problemi, ha anche delle soluzioni. E, poco a poco, prende coscienza che il superamento dei problemi non è l’opera particolare di un solo individuo, di un terapeuta o di un illuminato, ma della collettività“.

Grazie a Elisabetta Passini per il tempo che ci ha dedicato per illustrarci la sua professione in continua evoluzione e di importanza primaria nell’attuale panorama del servizio sanitario.

Fonte: L'infermiere di Famiglia e di Comunità 


Riqualificazione e Co-housing al Navile: un progetto all’avanguardia

https://www.youtube.com/watch?v=QZDeXLBgUr4

Il presidente, Marco Bertuzzi, e la vicepresidente di Acer, Raffaella Pannuti, proseguono il tour dei quartieri di Bologna, facendo tappa questa volta al Navile, nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo. La visita si apre in un luogo speciale, vincolato dalla Sovrintendenza, dove Acer sta realizzando un progetto innovativo: 11 unità abitative in co-housing destinate a persone con difficoltà motorie. Il progetto di riqualificazione e restauro conservativo è ormai in fase di completamento, e si prevede che le prime famiglie potranno entrare nei nuovi alloggi all’inizio del 2025, a seguito di un bando specifico per il co-housing.

L’idea alla base di queste 11 unità abitative in via Fioravanti 24 è il co-housing, una formula abitativa che prevede spazi condivisi e la massima accessibilità. Gli alloggi saranno dotati di elevatore per agevolare gli spostamenti delle persone con difficoltà motorie e includeranno spazi comuni come una lavanderia e aree gioco per i bambini, favorendo così un contesto di comunità inclusiva e solidale.

L’architetto Benhamed Meriem, che guida il progetto, sottolinea come l’edificio sia composto da 11 unità immobiliari, tutte dotate di tecnologie avanzate come pompe di calore e riscaldamento a pavimento per ottimizzare il risparmio energetico. La parte esterna sarà in gran parte destinata a verde, ricalcando il modello del Lazzaretto, e includerà anche spazi dedicati agli orti. Due posti auto saranno riservati a persone con disabilità, in prossimità delle unità dotate di piattaforma elevatrice. L’edificio sarà inoltre equipaggiato con pannelli fotovoltaici e pareti ad alto isolamento termico, offrendo così una soluzione abitativa a impatto energetico zero per gli inquilini.

Il quartiere Navile ha beneficiato anche degli incentivi del Superbonus 110%, con cui sono stati riqualificati energeticamente circa 300 appartamenti, distribuiti su sette edifici di proprietà pubblica e tre di proprietà mista. Questo intervento, che ha richiesto un investimento complessivo di 12 milioni di euro, ha migliorato significativamente l’efficienza energetica degli immobili, riducendo i costi per gli assegnatari.

Acer, in collaborazione con il Comune di Bologna e con altri enti dell’area metropolitana, ha realizzato il più grande investimento in riqualificazione energetica dal dopoguerra a oggi, con un piano di quasi 120 milioni di euro mirato a ridurre i costi energetici per gli assegnatari e a valorizzare il patrimonio edilizio pubblico.

Un ulteriore intervento è in corso nel cosiddetto comparto Navile, all’interno dell’ex mercato ortofrutticolo, dove sono in costruzione 33 appartamenti di edilizia residenziale sociale e 34 autorimesse. Questo nuovo complesso, progettato per alte prestazioni energetiche, sarà completamente privo di impianti a gas e dotato di infissi e cappotti termici. Gli appartamenti saranno assegnati a canone calmierato tramite un bando in uscita entro la fine dell’anno, e la consegna ai nuovi inquilini è prevista per metà aprile 2025. Tutte le unità abitative rispetteranno i criteri di accessibilità previsti dalla Legge 13, garantendo così ambienti sicuri e accessibili a tutti.


Scopriamo il Caad, una realtà in continua evoluzione nel territorio

Il CAAD – acronimo di Centro per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico – è un servizio pubblico che fornisce gratuitamente consulenza, sostegno ed orientamento sui temi dell’accessibilità e della fruibilità dell’ambiente domestico.

Il Centro si rivolge a tutti coloro che hanno delle limitazioni nello svolgere le attività della vita quotidiana, come le persone anziane e con disabilità, alle loro famiglie, agli operatori dei servizi sociali e sanitari ed ai tecnici progettisti del settore pubblico e privato.
La finalità del CAAD è quindi aumentare l’autonomia delle persone nella propria casa, sostenere contemporaneamente il lavoro dei caregivers formali e informali coinvolti nell’assistenza e più in generale promuovere la cultura dell’accessibilità e dell’inclusione.

Cos'è l'adattamento domestico

Per adattamento domestico si intende una serie di interventi per rendere la casa delle persone non autosufficienti, con disabilità, anziane, più adatta alle loro esigenze di autonomia e alle necessità di cura e assistenza di familiari e operatori impegnati a domicilio.

Si tratta di interventi sempre più diffusi per via dell'invecchiamento della popolazione, dell'aumento delle situazioni di non autosufficienza e dell'evoluzione culturale nell'ambito della disabilità che propone più ampi margini di autodeterminazione, autonomia e vita indipendente.

L'adattamento domestico comprende:

  • abbattimento di barriere architettoniche
  • abbattimento di barriere negli ambienti di casa
  • adozione di soluzioni e ausili per l'autonomia
  • domotizzazione
  • sicurezza e controllo ambientale
  • automazioni 

Abbiamo scambiato con piacere due parole informali con Viviana Brandan, Coordinatrice del Caad di Bologna ed operatrice del CRA (Centro Regionale Ausili) con il ruolo di coordinamento, monitoraggio e formazione della Rete CAAD della Regione Emilia-Romagna, che ci racconta come questa rete sia cresciuta sempre di più formando nuovi operatori e offrendo interventi di I livello per rispondere in modo diretto ai cittadini che hanno bisogno di fruibilità e sicurezza nella propria casa.

Il CAAD di Bologna è stato istituito nel 2005 dal Comune di Bologna ed è gestito dall'aprile 2012 dal Distretto Città di Bologna dell'Azienda USL in convenzione con Aias-Ausilioteca onlus.

Al CAAD possono accedere gratuitamente tutti i cittadini della provincia di Bologna, direttamente o per il tramite dei servizi sociosanitari territoriali rivolti a disabili e anziani.

Il servizio offre diverse prestazioni:

  • tramite personale specializzato eroga informazione su tutte le facilitazioni fiscali ed i contributi a cui i cittadini possono accedere per gli adattamenti dell'ambiente domestico; ad es. contributi per opere di abbattimento delle barriere architettoniche nella edilizia residenziale (legge 13/89, bandi gestiti dai Comuni), contributi sull'acquisto di tecnologie, attrezzature (legge regionale 29/97, bandi gestiti dai Comuni); agevolazioni fiscali previste nel settore barriere ed ausili, ecc.
  • tramite una équipe multidisciplinare ( terapista occupazionale, educatore professionale, assistente sociale, architetto, ingegnere elettronico biomedico, ingegnere civile edile, ingegnere delle telecomunicazioni esperto di domotica e controllo ambientale) effettua valutazioni dei casi attraverso colloqui approfonditi con l'utente, loro famiglie e/o con tecnici professionisti; se necessario vengono effettuati anche sopralluoghi a casa. Le soluzioni oggetto della consulenza sono ad es.: superamento di scale o altre barriere, adattamenti del bagno, della cucina o di altri ambienti, ausili per la vita quotidiana, arredi ed accessori, motorizzazioni e applicazioni domotiche.
  • Inoltre, il CAAD di Bologna, eroga consulenze per l'accessibilità ai "luoghi di vita": scuole, istituti professionali, aziende pubbliche e private ed altri Enti pubblici dove le persone con disabilità accedono per studio, lavoro o tempo libero.
  • Il CAAD eroga anche servizi di carattere informativo e formativo, cura articoli su riviste e siti internet, effettua corsi di formazione per personale sociale, sanitario, tecnico/edilizio e impiantistico. 

 

Cosa differenzia l’intervento del Caad nell’ambito della relazione con l’utente?

“L’intervento del Caad, specifica Viviana Brandan, è una consulenza multidisciplinare e non progettuale che fornisce supporto alle famiglie aprendosi ad un approccio relazionale che crea la fiducia necessaria per essere più efficaci nell’intervento. Questa fiducia è fondamentale per prendere in considerazione l’intera persona e per essere autorizzati a conoscere il suo contesto di vita (il contatto con il medico di base, con l’assistente sociale, con i caregivers, ecc), infatti in alcune realtà culturali e religiose il cambiamento di vita verso l’autonomia può essere difficile da accettare, la stessa tecnologia può essere vista a volte come un’intrusa o ostile, non immediata da comprendere. Gli elementi da dare alle famiglie devono essere accessibili e lo sono grazie alla possibilità di approfondire il loro contesto sociale, culturale ed economico”.

Questo approccio globale prevede l’interazione attiva fra ruoli e professionalità diverse. Infatti, gli operatori CAAD sono chiamati ad operare sia in modo separato (ma coordinato), sia in modo interdisciplinare, cioè attraverso interventi in cui sono coinvolti simultaneamente. La persona disabile/ anziana ed i suoi famigliari sono, nel momento della valutazione, protagonisti attivi e parte fondamentale nell’analisi del bisogno e nell’elaborazione delle soluzioni. La collaborazione tra le diverse realtà e figure professionali che ruotano attorno alla persone con disabilità è alla base della buona riuscita di un percorso per il suo benessere ambientale e sociale.

Quanto la tecnologia ha cambiato queste prospettive?

“Confermo che oggi, dentro casa la tecnologia può davvero fare tutto, per un anziano o un disabile la prospettiva di gestire in autonomia la propria vita ha raggiunto obbiettivi impensabili in così pochi anni. 

Quali tecnologie vengono utilizzate?

“Le tecnologie più avanzate e più utilizzate sono legate alla sicurezza (sensori ed attuatori di diverso tipo), alla comunicazione con l’esterno (videocitofoni, telesoccorso) e alla accessibilità (elettroserrature, utilizzo e accensione di elettrodomestici, degli impianti di riscaldamento e raffrescamento con comandi impartiti da dispositivi mobili e assistenti vocali). L’internet delle cose è sempre più diffusa e questo ne facilita ulteriormente l’uso nel contesto domestico. Il Caad aiuta le famiglie e gli utenti ad orientarsi nel grande mercato di questi dispositivi e ha creato un elenco di fornitori e imprese da consultare. Gli operatori Caad formati dal CRA seguono sempre aggiornamenti sui sistemi innovativi.”

Il CAAD è un servizio di raccordo tra i cittadini e il complesso mondo dei fornitori delle soluzioni per l’adattamento domestico, senza alcun interesse commerciale che può tradurre le complesse esigenze dei cittadini nelle specifiche di prodotto o di sistema, la ditta le concretizza ricercandole nella soluzione più adatta. Il processo molto spesso è tutt’altro che semplice e per questo può essere agevolato da un continuo confronto tra professionisti, teso alla ricerca di un comune obiettivo: la soddisfazione del cittadino nell’ottenimento dell’autonomia possibile

Quanti interventi avete realizzato ad oggi? 

“Dalla sua istituzione il CAAD ha effettuato circa 13.600 interventi di cui 2700 con sopralluogo, supportando le famiglie di 3350 persone disabili o anziani e affiancando circa 3200 operatori sociali, sanitari o tecnici. “Gli interventi del CAAD s’inseriscono, generalmente, all’interno di una presa in carico dai servizi sociali o sociosanitari, in altre situazioni è direttamente il cittadino che si rivolge al CAAD. Una volta preso in carico una richiesta segue un sopralluogo di 2-3 ore e uno studio di circa 12 ore del caso che coinvolge l’intero team di professionisti del CAAD. Segue poi una relazione finale consegnata all’utente su cui si potrà partire per realizzare un progetto. Risulta importante, soprattutto nei casi di patologie evolutive, proporre soluzioni d’adattamento che tengano conto del futuro della persona disabile è da prevedere per tempo nella predisposizione di spazi e impianti, in tal modo saranno sufficienti solo piccoli adeguamenti man mano che le autonomie vengono a ridursi.”

Cosa più ama del suo lavoro?

Senza esitazione Viviana Brandan ci risponde cheil contatto con le famiglie e con il bisogno rimane il centro di tutto, il poter trasformare il bisogno espresso e non solo reale mi permette di osservare da vicino le esigenze del singolo nucleo e del territorio di creare le azioni così di essere più sicuri nello svolgimento del nostro lavoro nel rapporto con le istituzioni. Le famiglie sono spesso nuclei molto fragili da esperienze di vita ma quando imparo da loro so di poter proporre adattamenti efficaci e ridurre anche i costi di un intervento. Questo è sicuramente il passaggio più delicato e importante. La valutazione ambientale del Caad rimane una consulenza molto personalizzata che deve prendere in considerazione molteplici aspetti, in primo luogo relazionali” anche se apparentemente sembra invece più strettamente tecnico. Gli approcci alla relazione sono invece aspetti curati verso cui gli operatori si confrontano grazie alla formazione e ad un aggiornamento periodico.”

Una tecnologia che più di tutte è stata significativa per gli alloggi?

È noto a tutti che le tecnologie sono ormai incisivamente presenti nelle nostre case, negli anni, quest’evoluzione tecnologica di largo mercato ha facilitato notevolmente l’autonomia delle persone non autosufficienti, pensiamo ad esempio all’ormai diffuso utilizzo di un assistente vocale, o alla praticità di un wc con bidè integrato con multifunzioni per l’igiene intima, di origini giapponese e nato nell’ambito alberghiero, s’è rilevato per le persone disabili una soluzione che migliora sensibilmente la qualità della vita. Inoltre, non dobbiamo dimenticare gli impianti per l’abbattimento delle barriere verticali (ascensori, elevatori, servoscale con pedana o con seggiolino, rampe, ecc.) pur non avendo avuto negli ultimi tempi una innovazione tecnologica significativa, sono ad oggi le richieste più numerose. 

CAAD E ACER BOLOGNA, una collaborazione ultradecennale.

Nel 2019 Acer Bologna ha stipulato un protocollo operativo con il Caad ritenendo fondamentale, come ente gestore del patrimonio immobiliare pubblico, potenziare la collaborazione con soggetti pubblici e privati che si occupano di migliorare la qualità dell’abitare negli alloggi di edilizia pubblica.

Questa collaborazione ha permesso di facilitare lo studio di situazioni complesse e di dare una congrua risposta alle reali esigenze del richiedente, oltre ad ottimizzare i tempi di risposta realizzando interventi di adattamento che presentano un positivo confronto costi-benefici e di forte impatto sulla qualità della vita della persona non autosufficiente. Il diretto o indiretto intervento dei tecnici Acer ha dimostrato di facilitare i passaggi di questo processo.

I servizi del Caad possono quindi essere attivati sia dagli inquilini e dai servizi di riferimento sia d’ufficio dai tecnici Acer che trasmettono tutta la documentazione relativa all’alloggio e i contatti con il tecnico di riferimento alla cui presenza vengono svolti i sopralluoghi coinvolgendo l’interessato. Nel tempo si sono create procedure concordate tra Caad e gli uffici tecnici, gli architetti e ingegneri e con ’Ufficio Assegnazione di Acer. Un precoce incontro infatti, se precedente all’assegnazione dell’alloggio o alla ristrutturazione, consente di predisporre già gli ambienti senza dover intervenire in modo importante e costoso successivamente.

Caad e Acer quindi hanno dato vita ad un tavolo di coordinamento generale per valutare periodicamente in modo condiviso i risultati raggiunti, le criticità presentate e le proposte di soluzioni innovative oltre ad essere un luogo per la costruzione di relazioni con altri soggetti privati e pubblici esterni alla collaborazione ma interessati ai comuni argomenti.

Ricordiamo che la partenza del protocollo di collaborazione ACER – CAAD (novembre’19) è stata segnata dalle imposizioni della pandemia; nonostante, sono stati svolti circa 320 interventi congiunti a favore di famiglie con persone non-autosufficienti.

Una storia in casa Acer, la storia di Fabio.

Viviana Brandan ci racconta di Fabio, che vive ormai da solo, come esempio di adattamento domestico al 100% di una abitazione alle sue esigenze specifiche. Nel video Fabio parla dei passaggi personali e pratici di una scelta importante e di come, step by step, sono stati rivisti ambienti e sistemi. La tecnologia del quotidiano qui ha consentito di organizzare anche piccoli gesti che si danno per scontati: una semplice app che invia la foto di chi suona alla porta direttamente allo smartphone di Fabio ha facilmente superato il problema dell’altezza dello spioncino d’ingresso”.

https://www.youtube.com/watch?v=g-ZkwLnuSH0

Ringraziamo Viviana Brandan che è portavoce di un servizio di grande impatto sulla vita dei cittadini anziani e disabili, con una presenza sul territorio incisiva e una rete regionale e nazionale di supporto che ha consentito di cambiare profondamente le prospettive di vita di questa parte della popolazione della quale in futuro ci sarà sempre più esigenza di cura.

 

Informazioni e contatti

Sede del servizio:

Sede: CAAD, presso Area ausili AUSL - Corte Roncati, via Sant'Isaia 90, 40124 Bologna (guarda la mappa)
Entrata pedonale da via S.Isaia 90,  bus 14, 21, 32, 33. Entrata carrabile per i soli possessori di contrassegno disabili da Viale Carlo Pepoli 3/5.
tel. 051/558597 , cell. 335/6653384 - fax.051/6597737
E-mail: caadbologna@ausilioteca.org

  • Sportello Informativo in Sede: lunedì dalle 14,00 alle 16,00 e giovedì dalle 10,00 alle 12,00. (accesso diretto senza appuntamento)
  • Il servizio di consulenza in sede opera solo su appuntamento dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle 14,00 alle 16,00.

Per approfondimenti si rimanda al sito 

www.retecaad.it

www.ausilioteca.org/

Contenuti/estratti da www.retecaad.it e www.leonardoausili.com; intervista al Dott. Carlo Montanari - Ingegnere delle Telecomunicazioni e Tecnico nei Sistemi Domotici - 2022


Leila, la prima biblioteca degli oggetti in Italia

“In fondo abbiamo bisogno di utilizzare, non di possedere!!”

Questo il motto di Leila, la prima oggettoteca degli oggetti in Italia, un luogo in cui gli oggetti si possono prendere in prestito gratuitamente, evitando così di doverli comprare. 

Leila nasce nel 2016 come associazione culturale affermandosi sin da subito come uno strumento concreto di economia circolare e di prossimità, tutela ambientale e creazione di comunità attraverso la cultura della condivisione.

Una delle prime in Europa, sin dagli esordi si distingue dalle altre biblioteche di oggetti (fondate principalmente per finalità di beneficenza a favore di chi non ha disponibilità economiche per acquistare mezzi e strumenti) come modello basato sulla precisa volontà di promuovere un cambiamento culturale che potesse dare valore alle azioni di condivisione, al di là delle ragioni economiche, ambientali o di recupero dello spazio. 

Senza una sede vera e propria, le prime attività si organizzarono in alcuni corners dei vari punti cittadini: all’interno di una biblioteca, in una vineria, in una libreria, in un bar per studenti ecc. Oggi a Bologna Leila ha due vere e proprie sedi allo scopo di assicurare un servizio capillare ed efficiente, è strutturata con un gruppo di volontari fissi e altri attivi a rotazione e grazie a strumentazioni come il software gestionale per accedere al sito, prenotare il bene di cui si ha bisogno e scegliere la sede del ritiro tra i punti della rete.

Un contributo importante alla crescita di Leila nasce dal supporto fornito delle biblioteche della città infatti i titolari della tessera delle biblioteche di Bologna, per il primo anno, possono fruire anche dei servizi di Leila, grazie a questa iniziativa i tesserati sono oggi hanno superato quota 600!

In questi anni Leila è soprattutto spazio di condivisione del sapere grazie a corsi che si tengono in diversi quartieri per imparare a riparare e (ri)costruire, la voglia di creare una comunità e di contribuire a formare una cittadinanza attiva sono tra gli scopi fondativi. Ad alimentare la comunità è anche il Leila Social Club dove gli utenti possono usufruire degli spazi e delle attrezzature del laboratorio per effettuare piccoli lavori di fai-da-te. 

Vuoi contribuire anche tu a rendere il mondo un luogo sempre più equo, etico ed ecologico? Cambiare prospettiva fa bene al pianeta e al tuo portafoglio!

A pensarci bene il motivo che ci spinge a cercare un oggetto non è esclusivamente per possederne uno ma spesso anche solo per svolgere una semplice attività occasionale, ad esempio un foro nel muro possiamo tranquillamente farlo prendendo il trapano in prestito dalla oggettoteca per il tempo necessario e restituirlo.

Ognuno ha la propria storia e i propri motivi per prendere in prestito un oggetto: c’è chi vuol provare un elettrodomestico per capire se effettivamente gli sarà utile e chi deve fare dei lavori una tantum, chi in vista di un viaggio vuole evitare di portare tutto da casa e magari scegliere il treno con bagagli leggeri piuttosto che caricare tutto in auto.

Come funziona il prestito degli oggetti

1 Fai la tessera ed entra a far parte di una comunità

Con la tessera di Leila attivi il servizio di condivisione della Biblioteca degli oggetti con cui condividere e prendere in prestito tutti gli oggetti che vuoi. Grazie al tesseramento hai diritto all’assicurazione che ti permette di partecipare a qualsiasi attività di Leila come laboratori, workshop, LEILA SOCIAL CLUB e altri servizi.

Il servizio ha una durata di un anno e si attiva dopo aver condiviso almeno un tuo oggetto. Per attivare la tessera e poter accedere al servizio di condivisione vieni in uno dei Punti Leila che preferisci nei giorni e orari indicati. Se possiedi la tessera delle biblioteche comunali quella di Leila è in regalo! 

In caso contrario, ha un costo di 20,00 € (15,00 € per gli studenti).

2  Porta almeno un oggetto in condivisione

Il progetto vince se tutti vinciamo e così, per aderire all’iniziativa, oltre al pagamento della quota annuale di iscrizione, ognuno deve contribuire portando almeno un oggetto in condivisione, un gesto che serve a nutrire la fiducia reciproca. 

Ma la qualità degli oggetti di Leila dipende dalla qualità degli oggetti che vengono portati in prestito, perciò importante è condividere il meglio!

Puoi mettere in condivisione tutti gli oggetti che vuoi con qualche attenzione. Leila infatti non accetta:

  • oggetti di uso quotidiano come posate, vestiti non tecnici, bigiotteria, oggetti personali;
  • oggetti di consumo come guanti da lavoro, vernici, cibo, detersivi;
  • armi;
  • oggetti troppo ingombranti e difficili da trasportare.

3  Prendi in prestito quello che ti serve

Tramite la webapp di Leila seleziona gli oggetti che desideri e prenotali seguendo le indicazioni. Puoi prendere in prestito tanti oggetti quanti ne hai condivisi. Per ritirare e condividere gli oggetti passa in uno dei Punti Leila.

 L’oggetto portato non diviene, però, di proprietà dell’oggettoteca: a fine anno se non rinnovi il servizio  puoi riprenderlo. Tanti ne metti in condivisione, tanti ne puoi prendere in contemporanea quindi essere collaborativi e generosi ripaga! 

Se non sapete cosa portare date un occhio al sito dove troverete diversi suggerimenti  e una lista di quelli mancanti. Tanti sono gli oggetti tipicamente stagionali (come l’albero di natale) o quelli legati ai viaggi o alla vita domestica. 

Una divertente e super ecologica idea è LA STOVIGLIOTECA per organizzare feste, pic nic o eventi prendendo in prestito piatti, bicchiere, posate, caraffe e insalatiere, niente plastica e nessuno spreco.

La sede principale di Leila  si trova in via Luigi Serra 2 G/H a Bologna ed è aperta il Mercoledì, Giovedì, Venerdì dalle 16:00 alle 19:00. Altri punti Leila sono ospitati nella Biblioteca Salaborsa, nella Biblioteca Luigi Spina e nella Biblioteca Jorges Luis Borges a Bologna.

Link al sito: leila-bologna.it/


La Barca di Bologna: valorizzazione di un quartiere popolare

Proseguono le passeggiate nei quartieri di Bologna da parte del Presidente Marco Bertuzzi e della Vicepresidente di Acer Bologna Raffaella Pannuti, un'iniziativa che mira a esplorare e valorizzare il tessuto urbano delle case popolari della città. Questa volta, il viaggio ha avuto inizio al Treno della Barca, recentemente dichiarato patrimonio dell'UNESCO.

https://www.youtube.com/watch?v=g4Vsff3edv8

Il Treno della Barca, situato nel quartiere Barca, ha rappresentato una sorpresa nel panorama delle candidature a patrimonio UNESCO. Inizialmente, sembrava che non potesse essere incluso tra i portici riconosciuti dall'UNESCO a causa della sua posizione: il portico del Treno non è infatti collegato ad altri portici della città. Tuttavia, il commissario brasiliano, proveniente da un paese dove la gestione delle periferie è una questione cruciale, ha insistito sulla sua inclusione, sottolineando l'importanza di valorizzare le aree periferiche e le persone che vi abitano. Oggi, il Treno della Barca è l'unico portico popolare di Bologna a far parte del prestigioso elenco, un gesto che comunica chiaramente l'importanza della riqualificazione delle periferie.

Il Treno della Barca e il Capotreno, essendo due blocchi distinti, rappresentano un esempio di condominio misto: una parte degli appartamenti è di assegnazione pubblica, mentre un'altra parte è occupata da proprietari privati. Anche in questo contesto, Acer Bologna ha fatto uso del Bonus 110% per poter ristrutturare gli alloggi, migliorando così le condizioni di vita degli abitanti.

Acer Bologna, insieme al Comune di Bologna, ha avviato anni prima un progetto per rivitalizzare l'area intorno al Treno della Barca. Con circa 50 negozi in affitto di proprietà di Acer, è stato siglato un accordo per concedere la gestione di 10 locali commerciali riqualificati a iniziative culturali e sociali. Questo intervento ha dato nuova vita al quartiere, offrendo spazi per attività che promuovono la cultura e la socialità, trasformando una zona popolare in un centro culturale.

Accanto all'impegno sociale e culturale, Acer Bologna ha investito quasi 50 milioni di euro in lavori di ristrutturazione energetica. La riqualificazione, certificata anche dalla Soprintendenza, ha coinvolto l'intera area sud del Treno e del Capotreno, con interventi che includono l'installazione di un cappotto termico nelle parti interne e sotto il portico, oltre al rifacimento dei balconi. Questi lavori rappresentano un passo significativo verso la sostenibilità ambientale, riducendo i consumi energetici e migliorando il comfort abitativo.

L'attenzione di Acer Bologna alla socialità, all'ambiente e alla cultura trova una perfetta rappresentazione nel portico della Barca. Questo luogo non è solo un simbolo di appartenenza, ma anche un esempio di come le periferie possano essere rivalutate e trasformate in spazi vitali e inclusivi per la comunità.

Il prossimo appuntamento di questa serie di passeggiate esplorative sarà al Navile, un’altra occasione per continuare a scoprire e valorizzare il patrimonio urbano delle case popolari di Bologna.


Cos'è la legionella e come prevenirla

La legionella è un batterio che vive naturalmente in ambienti acquatici, come laghi, fiumi e sorgenti termali. Tuttavia, in determinate condizioni ambientali, può proliferare in impianti idrici artificiali come tubature, serbatoi d'acqua, sistemi di climatizzazione e altri ambienti umidi, diventando così un pericolo per la salute umana.

L'infezione avviene tramite l'inalazione di aerosol contaminato, ossia piccole goccioline d'acqua o vapore che si disperdono nell'aria da fonti come rubinetti, docce, vasche idromassaggio e sistemi di climatizzazione. È importante notare che la legionella non si trasmette bevendo acqua contaminata, ma solo respirando le particelle di acqua infette.

Per ridurre il rischio di contaminazione e proliferazione della legionella all'interno degli alloggi è fondamentale che l’utente segua alcune semplici ma efficaci misure preventive:

  1. Mantenere un flusso costante dell'acqua: Evitare che l'acqua ristagni nelle tubature facendo scorrere regolarmente sia l'acqua calda che quella fredda.
  2. Pulizia regolare dei filtri e delle doccette: Controllare periodicamente la formazione di depositi calcarei nei filtri rompigetto e nelle doccette, rimuovendo eventuali incrostazioni.
  3. Utilizzo frequente degli impianti: Se un impianto idrico non viene utilizzato frequentemente, è consigliabile far scorrere l'acqua da tutti i punti di erogazione almeno una volta alla settimana, prestando particolare attenzione alla doccia.
  4. Manutenzione dei sistemi di climatizzazione: Effettuare regolari operazioni di pulizia e sanificazione dei filtri e delle vaschette nei sistemi di condizionamento per prevenire la crescita di batteri.

L'impegno di Acer Bologna nella prevenzione della legionella

Acer Bologna, consapevole dei rischi legati alla legionella, mette in atto rigorose misure preventive per cercare di garantire la sicurezza dei propri assegnatari. L'ente effettua analisi di laboratorio sugli impianti comuni agli alloggi di produzione di acqua calda sanitaria centralizzati, in particolare quelli di centrale termica e di ricircolo, monitorando annualmente la qualità delle acque e verificando la presenza del batterio della legionella. Queste analisi sono parte di un programma volto a minimizzare i rischi di contaminazione.

Con questa iniziativa, Acer Bologna vuole fornire ai suoi assegnatari informazioni dettagliate su come prevenire la proliferazione della legionella all’interno degli alloggi,  promuovendo comportamenti responsabili e consapevoli.

In conclusione, la prevenzione della legionella richiede attenzione e azioni preventive sia da parte degli enti gestori che dei singoli utenti. Il programma di analisi annuali introdotto da ACER e la collaborazione degli assegnatari, hanno lo scopo di ridurre questo rischio e garantire una migliore qualità della vita all'interno degli edifici gestiti.


Come innaffiare le piante quando sei in vacanza: consigli e trucchi

Andare in vacanza è sempre un piacere, ma per chi ha un giardino o delle piante in casa, può diventare una fonte di preoccupazione. Come possiamo garantire che le nostre piante ricevano l'acqua di cui hanno bisogno mentre siamo via? Ecco alcuni consigli pratici per mantenere le tue piante felici e sane anche durante la tua assenza.

1. Sistemi di Irrigazione Automatizzati

Uno dei modi più efficaci per assicurarsi che le piante vengano innaffiate regolarmente è installare un sistema di irrigazione automatizzato. Questi sistemi possono essere programmati per innaffiare le piante a intervalli regolari, garantendo che ricevano la quantità d'acqua necessaria. Puoi trovare una guida pratica su come installare e utilizzare questi sistemi in questo video su YouTube.

2. Il Metodo del Cordino

Un altro metodo semplice ed efficace è quello del cordino. Basta posizionare un'estremità di un cordino in un recipiente d'acqua e l'altra estremità nel terreno della pianta. L'acqua verrà assorbita dal cordino e trasportata lentamente al terreno, mantenendolo umido. Questo metodo è particolarmente utile per piante in vaso. Scopri come preparare e utilizzare questo sistema guardando questo video su Instagram.

3. Bottiglie d'Acqua Capovolte

Le bottiglie d'acqua capovolte sono un metodo classico per mantenere umido il terreno. Riempire una bottiglia di plastica con acqua, fare dei piccoli fori nel tappo e inserirla nel terreno a testa in giù. L'acqua verrà rilasciata lentamente, mantenendo la pianta idratata. Questo metodo è spiegato chiaramente in questo video su Instagram.

4. Spostare le Piante in Zone Ombreggiate

Se possibile, sposta le piante in una zona ombreggiata della casa o del giardino. L'ombra riduce l'evaporazione dell'acqua e le piante manterranno l'umidità più a lungo. Questo è particolarmente utile per le piante che richiedono meno luce solare diretta.

5. Chiedere aiuto a un Amico o Vicino

Se hai amici o vicini di fiducia, chiedi loro di passare ad innaffiare le piante mentre sei via. Fornisci loro istruzioni dettagliate sulla quantità e la frequenza di innaffiatura per evitare errori.

Partire per le vacanze non significa dover sacrificare la salute delle tue piante. Con un po' di pianificazione e l'utilizzo di tecniche semplici ma efficaci, puoi assicurarti che le tue piante ricevano l'acqua di cui hanno bisogno mentre ti godi il tuo meritato riposo.

 


Consigli per risparmiare acqua durante l'estate

L'acqua è una risorsa preziosa, soprattutto durante l'estate quando la domanda aumenta e la disponibilità può diminuire. Ogni goccia conta, e adottare buone pratiche quotidiane può fare una grande differenza. Ecco alcuni consigli per evitare sprechi d'acqua durante il periodo estivo:

Consumi Quotidiani da Non Trascurare
1. Rubinetti Aperti: Un rubinetto lasciato aperto può erogare fino a 13 litri al minuto. Chiudere i rubinetti mentre ci si lava i denti o si insaponano le mani può fare una grande differenza.
2. Scarichi dei Servizi Igienici: Circa il 40% dell'acqua potabile viene utilizzata per gli scarichi dei servizi igienici. Installare sistemi a doppio scarico può aiutare a ridurre significativamente questo consumo.
3. Doccia e Vasca da Bagno: Una doccia di 5 minuti consuma circa 60 litri d'acqua, mentre riempire una vasca ne richiede il doppio. Preferire la doccia alla vasca può quindi ridurre notevolmente l'uso d'acqua.
4. Lavatrice e Lavastoviglie: Lavare a 30° invece che a 90° riduce il consumo d'acqua della metà. Inoltre, azionare questi elettrodomestici solo a pieno carico può risparmiare dagli 8.000 agli 11.000 litri d'acqua all'anno.
5. Raccolta dell'Acqua Piovana: Installare sistemi di raccolta dell'acqua piovana per l'irrigazione dei giardini è un metodo semplice ed efficace per risparmiare acqua potabile.

Buone Pratiche per Tutti i Cittadini
1. Controllo degli Impianti Idrici: Verificare regolarmente il corretto funzionamento degli impianti idrici domestici per individuare e riparare eventuali perdite occulte può evitare sprechi significativi.
2. Dispositivi per il Risparmio Idrico: Utilizzare frangigetto per i rubinetti è un modo semplice per ridurre il flusso d'acqua senza comprometterne l'efficacia.
3. Irrigazione Efficiente: Annaffiare le piante con sistemi a goccia e temporizzati permette di fornire l'acqua necessaria direttamente alle radici, riducendo al minimo gli sprechi.
4. Lavatrici e Lavastoviglie a Pieno Carico: Utilizzare questi elettrodomestici solo quando sono completamente pieni ottimizza l'uso dell'acqua e dell'energia.
5. Preferire la Doccia alla Vasca da Bagno: La doccia consuma meno acqua rispetto alla vasca, quindi è preferibile per l'igiene personale quotidiana.
6. Non Lasciare Scorrere l'Acqua: Evitare di far scorrere l'acqua continuamente durante il lavaggio dei denti, la rasatura o la doccia. Chiudere il rubinetto mentre si compiono queste operazioni può risparmiare litri d'acqua ogni giorno.
7. Risciacquo delle Stoviglie e delle Verdure: Utilizzare acqua corrente solo per il risciacquo, lavando stoviglie e verdure in una bacinella riempita, è un ottimo modo per ridurre il consumo d'acqua.
8. Riutilizzo dell'Acqua di Lavaggio: L'acqua utilizzata per lavare frutta e verdura può essere riutilizzata per innaffiare le piante, evitando così sprechi.

Il concreto impegno di ogni cittadino è fondamentale per garantire un utilizzo corretto e razionale dell'acqua. Adottare questi semplici accorgimenti non solo aiuta a preservare una risorsa vitale, ma contribuisce anche a proteggere l'ambiente e a ridurre le spese domestiche.

Ricorda, ogni piccola azione conta!


Come proteggere la casa dai ladri durante le vacanze

Quando ci prepariamo a partire per le vacanze, l'eccitazione per il meritato riposo può farci dimenticare l'importanza di proteggere la nostra casa dai malintenzionati. I ladri e gli occupanti abusivi approfittano spesso dei periodi di assenza per agire indisturbati. Ecco cinque consigli pratici per tutelare la vostra abitazione e godervi le ferie in tutta tranquillità.

1. Non divulgare i piani di vacanza sui Social Media

Evitate di pubblicare dettagli sui vostri piani di vacanza sui social media. Sebbene sia naturale voler condividere l'entusiasmo con amici e familiari, queste informazioni possono diventare un invito per i ladri. Postare foto e aggiornamenti in tempo reale dalla vostra destinazione può rivelare esattamente quando la vostra casa è vuota. Se proprio non riuscite a resistere, condividete le foto al vostro ritorno.

2. Simulare la presenza in casa

Un'abitazione apparentemente abitata è un deterrente per i ladri. Utilizzate timer per accendere e spegnere luci, radio o televisori a orari prestabiliti. Questi dispositivi possono creare l'illusione che qualcuno sia in casa. Un'altra tattica efficace è lasciare tende e persiane in posizioni variabili, come fareste normalmente durante la giornata.

3. Chiedere a un vicino di fiducia di controllare la casa

Un vicino fidato può essere un valido aiuto per mantenere la vostra casa al sicuro. Chiedete loro di ritirare la posta, accendere e spegnere luci e controllare periodicamente l'abitazione. La posta accumulata è un chiaro segno che nessuno è in casa, quindi è importante che qualcuno la ritiri regolarmente. Un vicino attento può anche notare eventuali attività sospette intorno alla vostra casa.

4. Chiudere bene tutte le finestre e le porte

Sembra un consiglio ovvio, ma è essenziale assicurarsi che tutte le finestre e le porte siano ben chiuse e bloccate. Non dimenticate di chiudere a chiave anche le porte interne e di portare con voi le chiavi. Questo crea ulteriori barriere per i ladri, costringendoli a perdere tempo e a fare rumore, aumentando il rischio di essere scoperti.

5. Utilizzare telecamere di sorveglianza

Le moderne telecamere di sorveglianza connesse a Internet sono uno strumento efficace per monitorare la vostra abitazione da remoto. Anche una singola telecamera posizionata in un punto strategico, come l'ingresso principale, può fornire preziose informazioni su eventuali intrusioni. Molti modelli consentono di ricevere notifiche in tempo reale sullo smartphone, permettendovi di agire rapidamente in caso di necessità.

Seguendo questi consigli, potrete ridurre significativamente il rischio di intrusioni durante le vostre vacanze. La sicurezza della vostra casa non dovrebbe essere lasciata al caso. Pianificare con attenzione e adottare semplici misure preventive può fare la differenza tra un rientro sereno e una spiacevole sorpresa. Ricordate, la prevenzione è la chiave per proteggere i vostri beni e la vostra tranquillità. Buone vacanze!


Bando sperimentale di Acer per l'auto-recupero

https://www.youtube.com/watch?v=4vnOnbotL8Q

Il presidente di Acer Bologna Marco Bertuzzi ha recentemente illustrato il nuovo bando sperimentale dedicato all'auto-recupero di immobili, attivo nelle città di Bologna e Imola. Questo progetto innovativo rappresenta una novità assoluta per Acer Bologna, che mira a sostenere la cosiddetta "fascia grigia" della popolazione, offrendo soluzioni abitative intermedie tra le case popolari e il libero mercato.

Il bando prevede il recupero di 5 unità immobiliari a Bologna e di 3 trilocali a Imola. L'obiettivo è fornire alloggi a canone calmierato, accessibili a quella parte di cittadini che, pur non potendo permettersi un affitto a prezzo di mercato, non rientrano neanche nei requisiti per l'edilizia residenziale pubblica (ERP).

Una caratteristica distintiva di questo progetto è la possibilità per gli assegnatari di eseguire direttamente i lavori di ripristino minimo funzionale degli alloggi. I costi previsti per questi interventi variano tra i 12.000 e i 16.000 euro per gli immobili di Bologna, e tra i 13.000 e i 15.000 euro per quelli di Imola.

I lavori, una volta completati, verranno documentati tramite fatture che saranno presentate ad Acer. L'importo di queste fatture sarà detratto direttamente dal canone d'affitto, offrendo così un vantaggio economico significativo agli inquilini.

Il bando è nato dall'esigenza di testare il mercato dell'auto-recupero, un settore ancora poco esplorato nel territorio bolognese. Acer intende valutare l'efficacia e la sostenibilità di questo approccio, al fine di estenderlo eventualmente su più ampia scala in futuro.

Link al bando: www.acerbologna.it/web/guest/dettaglio-bando?articleId=227788

Link per presentare domanda online: acerbologna.elixforms.it/rwe2/module_preview.jsp?MODULE_TAG=domanda_alloggio_acer_autorecupero