Come prendersi cura degli animali domestici durante l'estate

L'estate è un periodo meraviglioso per trascorrere del tempo all'aperto, ma le alte temperature possono rappresentare una sfida per i nostri amici a quattro zampe. È importante prendere alcune precauzioni per garantire il benessere dei nostri animali domestici.

Ecco alcune indicazioni su come farlo.

1. Mantenere l'idratazione

L'acqua fresca è essenziale per gli animali domestici durante i mesi estivi. Assicurati che abbiano sempre accesso a una ciotola di acqua pulita e fresca. Cambia l'acqua frequentemente per evitare che diventi stagnante e calda. Puoi aggiungere dei cubetti di ghiaccio alla loro acqua per mantenerla più fresca più a lungo. Durante le passeggiate o le escursioni, porta sempre una bottiglia d'acqua e una ciotola portatile per il tuo animale.

2. Evitare le ore più calde

Durante l'estate, le ore più calde della giornata sono generalmente tra le 11:00 e le 16:00. In queste ore, l'asfalto e il cemento possono diventare molto caldi, aumentando il rischio di ustioni alle zampe dei cani. Cerca di evitare di portare a spasso il tuo cane in questi orari e opta per le prime ore del mattino o la sera, quando le temperature sono più fresche e il terreno è meno caldo.

3. Fornire un rifugio fresco

Se il tuo animale domestico passa del tempo all'aperto, assicurati che abbia un rifugio ombreggiato dove può ripararsi dal sole. Una cuccia ben ventilata o una zona d'ombra nel giardino possono fare la differenza. Se possibile, tieni il tuo animale domestico all'interno durante le ore più calde della giornata, magari in una stanza fresca con ventilatori o aria condizionata.

4. Attenzione ai segni di colpo di calore

Gli animali possono soffrire di colpo di calore proprio come gli esseri umani. I sintomi includono ansimare eccessivo, salivazione abbondante, debolezza, confusione, vomito e, nei casi più gravi, perdita di coscienza. Se noti uno di questi segnali, sposta immediatamente il tuo animale in un luogo fresco e contatta il veterinario. Puoi anche bagnare delicatamente il tuo animale con acqua fresca (non fredda) per abbassare la sua temperatura corporea.

5. Non lasciare mai l'animale in auto

Anche con i finestrini abbassati, la temperatura all'interno di un'auto può salire rapidamente a livelli pericolosi, raggiungendo oltre 50°C in pochi minuti. Non lasciare mai il tuo animale domestico in macchina, nemmeno per pochi minuti. Se devi fare delle commissioni, lascia il tuo animale a casa dove è al sicuro.

6. Prendersi cura delle zampe

Il cemento e l'asfalto possono diventare estremamente caldi sotto il sole e possono bruciare le zampe del tuo animale. Prima di una passeggiata, prova la temperatura del marciapiede con il dorso della mano per almeno 5 secondi. Se è troppo caldo per te, è troppo caldo per il tuo cane. Cammina sull'erba quando possibile e considera l'uso di stivaletti protettivi per cani.

7. Attenzione ai parassiti

L'estate è anche il periodo di maggiore attività per pulci, zecche e zanzare, che possono trasmettere malattie come la leishmaniosi, la malattia di Lyme e la filariosi. Usa prodotti preventivi per parassiti raccomandati dal tuo veterinario, come collari antiparassitari o compresse. Controlla regolarmente il pelo del tuo animale, specialmente dopo le passeggiate nei parchi o nelle aree boschive.

8. Alimentazione leggera

Durante i mesi estivi, gli animali domestici potrebbero avere meno appetito. Offri pasti più leggeri e frequenti, evitando cibi troppo pesanti o difficili da digerire. Puoi integrare la loro dieta con alimenti ricchi di acqua, come frutta e verdura, ma assicurati di evitare alimenti tossici per gli animali, come l'uva, l'uvetta e l'avocado.

9. Pianificare visite dal veterinario

Prima dell'estate, programma una visita di controllo dal veterinario. Questo è un buon momento per aggiornare le vaccinazioni e discutere di qualsiasi misura preventiva contro i parassiti. Inoltre, il veterinario può fornirti consigli specifici per la cura del tuo animale durante l'estate.


Regolamentazione sui piccioni: un gesto di cura per la nostra città

In questo articolo vogliamo approfondire una regolamentazione comunale spesso ignorata ma di grande importanza per la nostra salute e il decoro urbano: il divieto di dar da mangiare ai piccioni.

Divieto di Alimentazione dei Piccioni

È severamente vietato dar da mangiare ai piccioni. Questo divieto è sancito dal Regolamento Comunale P.G. n. 39451/2002, art. 344 del Regio Decreto 1265/34. Violare questa normativa comporta sanzioni legali.

Conseguenze della Violazione

Alimentare i piccioni può sembrare un gesto innocuo, ma in realtà porta a conseguenze serie e sgradevoli. Uno degli effetti più immediati è la promozione della nidificazione. I piccioni, trovando cibo facilmente disponibile, tendono a stabilirsi nelle vicinanze, aumentando il numero di nidi.

Problemi di Igiene

La presenza massiccia di piccioni comporta una produzione significativa di guano, che non solo imbratta balconi e altre aree esterne, ma si accumula anche sulle parti sottostanti degli edifici. Questo guano non è solo un problema estetico: è anche una grave minaccia per l'igiene.

Il guano dei piccioni può contenere patogeni che rappresentano un rischio per la salute umana. In condizioni di elevata densità di piccioni, queste sostanze possono diventare una fonte di malattie, contribuendo a una situazione igienico-sanitaria precaria.

Regolamento di Igiene: Art. 149 – Misure per il Contenimento della Popolazione di Piccioni e di Altri Volatili dal Regolamento di Igiene per tutela della salute e dell'Ambiente del Comune di Bologna.

  1. È vietato alimentare piccioni o altri volatili nelle strade, piazze o altri luoghi pubblici o aperti al pubblico del centro abitato, nonché in aree private, al fine di evitare inconvenienti igienico-sanitari che interessino la comunità. Sono ammessi interventi di alimentazione legati a piani di controllo della popolazione.

L'Importanza della Regolamentazione

Il rispetto della normativa comunale è essenziale per mantenere un ambiente urbano pulito e sicuro. Non alimentare i piccioni aiuta a controllarne la popolazione, prevenendo i problemi associati alla loro sovrappopolazione.

In sintesi, è fondamentale che ogni cittadino rispetti il divieto di alimentare i piccioni. Questo semplice gesto contribuisce in modo significativo a mantenere la nostra città pulita e sicura, proteggendo la salute pubblica e migliorando la qualità della vita urbana.

Ruoli e Responsabilità

Per l'argomento "piccioni", Acer Bologna interviene di norma sulle parti comuni, mentre è in carico all’inquilino la prevenzione all’interno dell’alloggio (comprese le terrazze). Ogni cittadino deve fare la sua parte per garantire un ambiente sano e decoroso per tutti.


API Pista, coltivare api per una città più sana, bella e profumata!

Un progetto che vuole attraversare la città dando vita ad un lungo corridoio ecologico urbano che tappa dopo tappa vede nascere delle bellissime oasi verdi per le api e altri insetti impollinatori (felici!) e lungo la quali migrare da un luogo all’altro contribuendo al naturale processo di impollinazione.

Punto di partenza del percorso sono stati gli Orti Urbani di Via Saragozza, seguiti dalla prima Oasi per api e insetti impollinatori nel cortile esterno del Centro Sociale 2 Agosto 1980 di via Turati, vere e proprie aule a cielo aperto per andare sul campo.   Le colorate “mangiatoie” per api abitate da fiori, piante aromatiche ed erbe profumate di facile manutenzione, hanno innescato piccole trasformazioni visibili agli occhi e ai sensi attirando non solo questi insetti preziosissimi ma anche cittadini di ogni età, esercizi commerciali di vicinato, realtà associative, scuole, proprio dove il cemento e le auto hanno preso il sopravvento impoverendosi di luoghi naturali.

Nel 2021 tra l’Azienda Casa Emilia Romagna della Provincia di Bologna ACER, il Centro Sociale 2 agosto 80 APS e i quartieri Porto - Saragozza e Santo Stefano è stato sottoscritto un patto per la realizzazione del progetto: Api Pista Coltiviamo api per una Città migliore. Il progetto prevede un percorso di sensibilizzazione e di partecipazione attiva, di corridoi verdi biologici e bordure fiorite, aiuole piene di varietà attrattive per gli insetti impollinatori, utili allo sviluppo della biodiversità in ambiente urbano. 

Le scopriamo nelle aree pubbliche all'esterno della Biblioteca Oriano Tassinari Clò nel Parco Villa Spada, all'interno dell'area cortiliva del cohousing Porto 15, presso l'Area Ortiva di via Saragozza, e presso aree esterne a sedi ed abitazioni di condomini Acer e nelle Case di Quartiere.

Prima passo quindi “Ridisegnare” la geografia di un territorio e della sua comunità consolidando la consapevolezza sull’importanza e l’urgenza di occuparsi della presenza della natura nei contesti urbani con azioni rivolte ad incidere sul benessere psico-fisico, sulla ricchezza e la biodiversità dell’ecosistema in città.

Le oasi di API-Pista sono ben visibili e adeguatamente segnalate (un grande cartiglio giallo circolare posizionato sul cancello d'ingresso informa i passanti) in modo da essere facilmente riconoscibili dai cittadini, turisti e passanti attirandone l’interesse e suscitando curiosità… fermati a respirare e osservare perché il ruolo fondamentale che gli impollinatori assolvono nell’ecosistema  e nel mantenimento della biodiversità, patrimonio collettivo, “bene comune” è profondamente  legato alla nostra sopravvivenza!

Le API e gli insetti impollinatori ci permettono di respirare: sono responsabili della riproduzione del mondo vegetale garantendo indirettamente l’enorme contributo al ricambio di ossigeno che deriva dalla fotosintesi clorofilliana delle piante.

  • La nostra alimentazione dipende dalle API: sono impollinatori di tantissime specie vegetali spontanee e coltivate, cibo sano. Non poterne disporre o poterne disporre in quantità limitata porterebbe ad una serie di problematiche alimentari e di salute. L’impollinazione è un processo che consente alle piante di fruttificare e propagarsi, e a noi di godere della bellezza e varietà dei paesaggi naturali, ma anche di assaporare frutti e altri prodotti dell’orto.
  • La loro esistenza determina le nostre cure: dalle specie vegetali, le stesse che esistono grazie al lavoro di impollinazione delle API, deriva la produzione di molti farmaci di uso comune. 
  • Gli impollinatori svolgono un’azione di primo piano nel ripristino della vegetazione in caso di calamità
  • Sono sentinelle ecologiche dello stato di salute dell’ambiente: sono indicatori biologici, la salute degli impollinatori consente di avere informazioni sullo stato di salute dell’ambiente in cui vivono, veri e propri sensori sulla qualità dell’ambiente 
  • Sono garanti della sostenibilità ambientale: la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.

In questi anni le proposte di Api Pista si sono moltiplicate e diversificate insieme a realtà amiche con specifiche competenze per azioni concrete e di facile realizzazione:  attività di Informazione interna rivolta a Ortolani e Soci coinvolti nella gestione del progetto, nuove oasi API PISTA e micro cantieri partecipati di autocostruzione di elementi di arredo dedicati, manutenzione del Condominio Bee Happy per api selvatiche e solitarie ubicato negli Orti urbani di Via Saragozza, semine collettive API PISTA di strisce fiorite attrattive per api e insetti impollinatori,  attività di scienza partecipata sul campo, mini bio blitz negli Orti, incontri divulgativi, momenti ludici e passeggiate di quartiere API PISTA alla scoperta del mondo degli impollinatori e delle piante loro gradite, campagne di divulgazione e di sensibilizzazione a più livelli  con eventi aperti alla cittadinanza, incontro tra  generazioni  e le loro conoscenze di cura e tutela delle aree ortive cittadine, programmi di educazione ambientale e di integrazione socio-culturale per valorizzare l’identità del territorio ed il suo paesaggio.

Tutto questo contribuisce anche a superare il timore che abbiamo di questi insetti.  Ricordiamoci che le api sono oggi più che mai sottoposte a evidenti stress ambientali: il riscaldamento globale, i cambiamenti climatici, l’inquinamento e l’uso di pesticidi ne mettono a rischio l’attività e conseguentemente la biodiversità. Dobbiamo proteggerle e aiutare l’apicoltura nel tenerle in vita.

Api Pista ha fatto proprio i 3 messaggi chiave del progetto europeo partner del progetto LIFE4Pollinators per avviare un cambiamento nei comportamenti e scelte di chi abita la città:

  1. consapevole e sostenibile (aware and sustainable) 
  1. prendersi cura (to take care) 
  1. faccio la mia parte (I do my part) fare, sperimentare e imparare insieme. 

Quindi non dimenticarti se hai un balcone o un piccolo spazio verde esterno che bastano piccoli accorgimenti per favorire la presenza di API selvatiche: lascia sempre qualche fiore alle piantine di erbe aromatiche, scegli fioriture attrattive in tutti i periodi dell’anno, non rasare l’erba continuamente ma lascia sviluppare le fioriture spontanee, appronta luoghi in cui possano nidificare. 

Allora “Pistaaaaa!”  ad una città sana, bella e profumata!!


Zanzare, tutti i metodi per tenerle lontane

La zanzara è un insetto stagionale che si riesce a contenere in particolare quando è in stato ancora larvale, mentre tale attività è molto più impegnativa quando si presenta come insetto adulto, richiedendo insetticidi che sono maggiormente tossici e dannosi. Le larve sono generalmente presenti nelle piccole raccolte d’acqua, in particolare nei tombini per cui è fondamentale il contributo e la collaborazione della cittadinanza che deve provvedere al trattamento delle aree private, senza il quale anche le azioni messe in campo dall’Amministrazione nelle aree pubbliche verrebbero vanificate.

Cosa fa il Comune di Bologna

Anche quest’anno il Comune di Bologna interviene per contenere la proliferazione della zanzara tigre e di quella comune con trattamenti nelle aree pubbliche e con prodotti a basso impatto ambientale. I trattamenti, iniziati ad aprile, saranno eseguiti a cadenza mensile fino ai primi di ottobre.

La prevenzione:

  • I tombini, dove si accumula l’acqua piovana, sono il luogo preferito dalle zanzare per deporre le uova
  • ogni mese il Comune mette un larvicida negli oltre 90 mila tombini su area pubblica e nelle caditoie stradali, cioè le fessure che si trovano sul ciglio dei marciapiedi
  • il trattamento dei tombini è monitorato con un sistema elettronico satellitare che permette di sapere in tempo reale tutte le vie e le aree pubbliche trattate e di controllarne l'efficacia
  • i trattamenti larvicidi nei canali vengono effettuati ogni 15 giorni
  • il Comune fa controlli di qualità: oltre il 95 % dei tombini comunali non genera zanzare.

Cosa può fare Acer Bologna

Su richiesta degli assegnatari residenti nei fabbricati gestiti da Acer Bologna è possibile attivare il servizio di disinfestazione larvicida da zanzara tigre

In questo trattamento sono previsti n. 2 interventi annui di “pulizia pozzetti” con svuotamento dei tombini, pozzetti, caditoie e griglie presenti in tutta l’area pertinenziale (area a verde e le altre aree esterne pertinenziali). 

Il primo intervento viene eseguito e completato nel mese di marzo di ogni anno al fine di consentire il regolare trattamento larvicida per la zanzara tigre, così come previsto anche dalle vigenti ordinanze a disposizione delle Amministrazioni Comunali.

Il servizio è volto a debellare le due specie più comuni che infestano il territorio: Culex pipiens (zanzara comune) e Aedes albopictus (zanzara tigre).

Gli interventi potranno subire variazioni in aumento a seconda dello sviluppo biologico della popolazione di zanzare o dell’andamento climatico stagionale in base agli esiti delle verifiche di efficacia o su disposizione del Comune.

Nelle aree sottoposte al trattamento verrà installata, con debito anticipo, segnaletica indicante la data del 1° intervento e della frequenza programmata; tale avviso contiene la dicitura relativa alla modalità di intervento con indicazione del principio attivo e delle eventuali precauzioni da assumere.

Il numero di trattamenti annui è individuato in 14, eseguiti indicativamente tra il primo di aprile e il 30 ottobre, ogni 2 settimane salvo disposizioni diverse da parte dei singoli Comuni interessati così come nel caso di eventi atmosferici particolari che obblighino l’esecuzione di ulteriori interventi oltre a quelli indicati.

L’importo richiesto per questa disinfestazione è di circa € 390 IVA compresa ed è sufficiente la raccolta firme della maggioranza degli assegnatari per attivare il servizio.

Cosa dobbiamo fare tutti

Dall'inizio di aprile alla fine di ottobre bisogna:

  • non abbandonare all’aperto contenitori che possano raccogliere acqua (sottovasi, annaffiatoi, recipienti ecc.) oppure svuotarli dopo l’uso e rovesciarli in modo che non raccolgano acqua piovana
  • proteggere con una rete zanzariera a maglie fitte i contenitori che non possono essere svuotati e rovesciati (es.: i bidoni degli orti) oppure chiuderli ermeticamente
  • trattare con prodotti larvicidi l’acqua dei tombini e delle caditoie nel periodo da aprile a ottobre
  • non abbandonare all’aperto rifiuti

Inoltre si raccomanda di:

  • svuotare fontane o laghetti ornamentali oppure effettuare gli interventi larvicidi con gli appositi prodotti a basso impatto ambientale, adatti agli ambienti acquatici. In alternativa si possono introdurre pesci rossi, che si nutrono di larve di zanzara
  • non conservare i copertoni all'aperto, oppure coprirli con un telo ben teso, da svuotare dopo ogni pioggia. In ogni caso, assicurarsi sempre che non vi sia acqua al loro interno
  • falciare regolarmente l’erba e le siepi, in modo che le zanzare adulte non vi si annidino

Questi e altri comportamenti sono previsti dal Regolamento comunale d’Igiene (art. 148) che, in caso di inadempimento, prevede anche sanzioni da parte della Polizia locale e della Ausl di Bologna.

[Riferimenti: www.comune.bologna.it/notizie/lotta-zanzara-2024 e www.comune.bologna.it/servizi-informazioni/zanzara-prevenzione-contenimento]


La storia del canale Reno a Bologna: dall'antichità all'era moderna

Il fiume Reno ha giocato un ruolo cruciale nella storia di Bologna, con derivazioni d'acqua documentate già nel 1191, e probabilmente attive fin dall'XI secolo. Nel 1208, un accordo tra i Ramisani e il Comune portò alla costruzione di una nuova chiusa e di un canale che attraversava la città lungo l'attuale via Riva di Reno, con raccordo al canale delle Moline nel XIII secolo.

La prima chiusa in pietra e laterizi risale alla seconda metà del XIII secolo, con resti visibili presso la Casa del Custode. Nel 1325 fu costruita una nuova chiusa nella posizione attuale, soggetta a riparazioni a causa delle piene del Reno e delle guerre.

Le acque del canale di Reno furono essenziali fino all'inizio del XX secolo per alimentare gli opifici del quadrante nord-occidentale di Bologna, fornendo energia idraulica, nonché per i lavatoi e persino una vasca natatoria pubblica, il Bagno del Reno, costruito nel 1889 in via della Grada. Fino al XIX secolo, il canale scorreva scoperto; nei primi anni del XX secolo, fu coperto tra via Nazario Sauro e via Galliera, con la copertura completata negli anni '50.

Dal 1580, si segnala la concessione per la costruzione di una casa matta murata sopra il Canale di Reno, utilizzata come edificio idraulico con una grande volta in pietra visibile ancora oggi su viale Vicini. Questa volta è rappresentata nella Pianta prospettica di Bologna affrescata nel 1575 per papa Gregorio XIII.

Nel 1681, Giovanni Battista Mengarelli richiese di costruire una Conceria (Pellacaneria), realizzata nel 1683 come Opificio della Grada. Questo stabilimento utilizzava una ruota a palette per azionare attrezzature necessarie alla concia delle pelli, trasformandole in cuoio di alta qualità. Il processo conciario prevedeva diverse fasi: rinverdimento, macerazione e concia vera e propria, seguite dall'asciugatura delle pelli all'aria.

Nel 1724, l’edificio fu venduto da Luca Mengarelli al cardinale Pompeo Aldrovandi, il quale destinò gli utili della conceria al Capitolo di San Petronio. La conceria fu poi acquistata nel 1791 dal Corpo degli Interessati del Canale di Reno (ora Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno) per regolare meglio il flusso dell’acqua. L’attività conciaria proseguì fino al 1841, quando l'edificio fu trasformato in molino da grano, e successivamente in pila da riso nel 1867.

Nel 1870, l’edificio fu dotato di illuminazione a gas, e nel 1892 un incendio distrusse la parte centrale che portò alla sua parziale ricostruzione. Nel 1898, l’Istituto Ortopedico Rizzoli utilizzò parte dell’edificio per una centrale idroelettrica, attiva fino al 1926. Negli anni '90 del Novecento, il Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno ristrutturò l’immobile, destinandolo a sede dei Consorzi di Reno e Savena, con uffici, sale di riunione e archivi storici.

Dal 1998, i meccanismi di manovra del canale furono rinnovati e fu realizzata una ruota verticale con finalità didattico-divulgative. Tra il 2018 e il 2020, una vasta porzione dell’edificio fu recuperata per accogliere l’Opificio delle Acque – Centro Didattico Documentale, dedicato a attività culturali, espositive e didattiche sulla storia idraulica della città e sull’uso sostenibile delle risorse idriche.

(riferimenti www.bolognatoday.it/attualita/canale-reno-scoperchiato.html www.opificiodelleacque.it/ )


Imola e Acer: la Casa come punto di partenza

Recentemente la vicepresidente di Acer Raffaella Pannuti ha intervistato il sindaco di Imola - nonché presidente del Circondario Imolese, un'area che comprende dieci comuni - Marco Panieri, città nelle quali Acer gestisce numerosi alloggi di edilizia residenziale.

https://www.youtube.com/watch?v=dVPdAyEVuJM

Durante l'intervista, il sindaco ha evidenziato le varie difficoltà affrontate dalle famiglie con fragilità economiche, una situazione aggravata prima dalla pandemia di Covid e poi dal caro vita. Due temi principali emergono da queste difficoltà: l'affitto e l'accesso al credito. Le famiglie in difficoltà economica trovano sempre più difficile sostenere i costi dell'affitto e ottenere credito. Questi problemi non solo mettono a rischio la loro stabilità abitativa, ma impediscono anche loro di investire nel miglioramento delle loro condizioni di vita.

Grazie alla collaborazione tra Acer, il Comune di Imola e il Circondario, sono stati implementati diversi interventi di efficientamento energetico per supportare queste famiglie. Questo è stato possibile anche grazie a iniziative come lo sportello sociale, che non solo risponde ai bisogni immediati delle famiglie, ma le educa anche a gestire e mantenere una casa nel tempo, creando consapevolezza sulle relazioni familiari e sociali.

La partecipazione a progetti significativi, come il Superbonus 110%, ha permesso di rigenerare numerosi alloggi sia dal punto di vista energetico che strutturale, eliminando anche le barriere legate alla disabilità. Questi interventi non solo migliorano la qualità della vita degli abitanti, ma contribuiscono anche alla sostenibilità ambientale.

Guardando al futuro, il sindaco ha sottolineato l'importanza di costruire nuovi alloggi per sostituire quelli in proprietà mista che sono destinati alla vendita. Questo è un passo fondamentale per riqualificare altre abitazioni e offrire soluzioni abitative a famiglie in difficoltà. Questi sforzi sono parte integrante del raggiungimento dei 17 obiettivi di sostenibilità dell'Emilia-Romagna per il 2030.

Per molte famiglie, la casa rappresenta il punto di partenza per una vita stabile e dignitosa. Il sindaco di Imola, con il suo impegno, dimostra che l'attenzione ai temi sociali è essenziale per creare una città sana e inclusiva. Attraverso una serie di attività e progetti, il Comune di Imola e Acer lavorano per garantire che ogni famiglia possa inserirsi con successo nella comunità, migliorando la propria qualità di vita e contribuendo al benessere collettivo.


Guida al riciclo dei RAEE: Centri di raccolta e soluzioni itineranti

La gestione corretta dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) è essenziale per ridurre l’impatto ambientale e promuovere il riciclo dei materiali preziosi. Ecco alcune informazioni utili su dove e come buttare i RAEE nella tua zona.

Dove Buttare i RAEE di Grandi Dimensioni

Se hai RAEE di grandi dimensioni, come frigoriferi o lavatrici, puoi usufruire del servizio gratuito di raccolta rifiuti ingombranti a domicilio.

Dove Buttare i Piccoli RAEE

Per quanto riguarda i piccoli RAEE, hai diverse opzioni:

  1. Centri di Raccolta: Puoi portare i tuoi piccoli dispositivi elettronici presso i centri di raccolta autorizzati. Questi centri sono attrezzati per ricevere e gestire in modo sicuro i RAEE.
  2. Contenitori Dedicati nei Centri Commerciali: Molti centri commerciali dispongono di contenitori specifici per la raccolta dei piccoli RAEE. Per accedere a questi contenitori, devi identificarti con il tuo codice fiscale o la tessera sanitaria.
  3. Postazioni Itineranti: Nei giorni e negli orari indicati, puoi trovare delle postazioni itineranti per la raccolta dei RAEE in diverse aree della città. Queste postazioni accettano anche rifiuti di modeste dimensioni che non entrano nei cassonetti della raccolta indifferenziata. È consigliabile consultare la mappa e l’elenco delle postazioni per sapere quando e dove trovarle e quali servizi offrono.

Second Life: Dare una Seconda Vita ai Tuoi Elettrodomestici

Se i tuoi piccoli elettrodomestici sono ancora funzionanti, invece di buttarli, considera di portarli a Second Life, l’area del riuso di Bologna. Qui, gli oggetti possono essere riparati e riutilizzati, contribuendo a ridurre i rifiuti e a promuovere una cultura del riuso.

Dove Sono le Postazioni Itineranti

Le postazioni itineranti per la raccolta dei RAEE sono distribuite strategicamente in vari luoghi della città, e sono disponibili ogni giorno della settimana in orari diversi. Queste postazioni non solo accettano piccoli RAEE, ma offrono anche la possibilità di richiedere i sacchi per la raccolta differenziata.

Per sapere con precisione dove e quando trovare le postazioni itineranti, è consigliabile consultare la mappa.

Per maggiori informazioni, consultare il sito: www.comune.bologna.it/servizi-informazioni/buttare-apparecchi-elettrici-elettronici-raee


Re-Use with Love, il riuso a fine di bene nelle case popolari

La prima Boutique solidale in Italia, Re-Use with Love, che porta avanti con grande impegno i valori di  recupero e  riutilizzo consapevole e scopo benefico, ha sede in un appartamento Acer con giardino in via Savenella 13.

Abbiamo fatto qualche domanda alla Vice-Presidente Leopolda Sassoli, che ci racconta come è nata questa realtà associativa dedicata al “riuso a fine di bene”.

Cosa vi ha spinto ad iniziare?

“Una richiesta di aiuto per un orfanotrofio in Brasile e un gruppo di mamme pronte a rispondere dando vita ad un mercatino”, da qui l’entusiasmo e la voglia di fare del bene che le ha viste coinvolte a cercare una identità associativa e l’occasione di avere uno spazio fisico nel centro della città grazie ad un patto di collaborazione con il Comune di Bologna.

Come funziona RE-Use with Love?

“Re-Use with Love ha come missione la solidarietà con gli abiti attraverso la raccolta, la riparazione, e lo smistamento dei capi di abbigliamento che ritornano in circolo attraverso due principali canali, uno continuativo con le Boutiques Solidali di  Bologna e di  Sasso Marconi che forniscono questi beni a tutti i cittadini residenti italiani e stranieri che ne abbiano necessità o bisogno e vengono segnalati dai servizi sociali di comunità o da altri enti preposti (centri antiviolenza, rifugiati, richiedenti asilo, protezione minori, ospedali, enti religiosi). E uno stagionale con i Mercatini Solidali che si tengono ogni anno in maggio e ottobre, ormai dei veri e propri ricchi Happening cittadini di più giorni che richiamano sempre di più l’interesse di chi vuole partecipare ad eventi solidali e magari acquistare un raro capo vintage a prezzi d’occasione o i pezzi unici e artigianali creati appositamente dal nostro laboratorio sartoriale Re-use Lab con materiale di recupero".

Come sta rispondendo la città a questo progetto?

“Ormai siamo oltre 150 associate che collaborano attivamente al lavoro sempre in crescita della Associazione e, cosa molto importante, la cittadinanza ha compreso nel tempo come essere sostenitore, fruitore e donatore virtuoso. Sì, perché donare non è solo  liberarsi del superfluo ma avere cura di un gesto che Re-Use with Love ha voluto fortemente valorizzare: oggi chi viene a donare  nella Boutique (vero e proprio shop in città curato e accogliente) sa che dietro la richiesta di un capo in buone condizioni, pulito e stirato e, diciamolo, anche bello e alla moda (esiste un regolamento del donatore perfetto),  c’è una necessità sociale importante che riconosce dignità e rispetto a chi godrà di questa solidarietà e una necessità civica che insegna a differenziare anche l’abbigliamento. Quindi educazione al riuso, contrasto agli sprechi e attenzione verso i più fragili sono un segno distintivo del progetto più ampio RE-USE FOR GOOD che promuove incontri e collaborazioni e comprende il laboratorio artistico sartoriale Re-Use Lab. Non va dimenticato che nel tempo si è creata una fitta e ricca rete di scambio e supporto tra le tantissime realtà associative impegnate nel territorio e che è di fondamentale sostegno al lavoro e allo spirito di questo progetto".

Che risultati avete raggiunto e come vengono gestiti i ricavi ottenuti da tutte queste iniziative?

“Ogni anno, a seguito di un bando on line pubblicato dalla nostra associazione e aperto da ottobre  a dicembre, le richieste di sostegno a  progetti  sociali vengono accuratamente votate e selezionate dal nostro comitato interno. Lo scorso anno sono state presentate oltre 150 domande. I ricavi, ampi e consistenti, confermano una piena risposta e sensibilità a questi temi da parte della comunità, ottenuti dai mercatini solidali sono poi devoluti alla realizzazione dei progetti approvati. In questo momento le raccolte fondi sono destinate ad un progetto di riqualificazione dello spazio cittadino ex cabina Enel all’interno dei Giardini Margherita che si vuole trasformare in un Hub culturale aperto alla città, alla associazione Passo Passo di Marzabotto per finanziare un progetto di musicoterapia per 300 giovani in condizione di disagio e, infine, ad un percorso di radioterapia per pazienti di oncologia pediatrica dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna".

Quali sono le prossime iniziative di Re-Use with Love?

“Vi aspettiamo agli eventi del calendario estivo di Re-Use with Love”:

I Martedì di giugno, dalle 17 in poi piccoli eventi, laboratori, mercatini di artigianato sul riuso aperti alla cittadinanza.

Complimenti a Re-Use with Love per l’impegno di cittadinanza attiva che sta svolgendo da anni e grazie alla Vice- Presidente Leopolda Sassoli per aver condiviso queste parole con Acer-Bologna.

 


Rete Città Sane premia Acer Bologna

Acer Bologna ha ricevuto il "Premio menzione e coinvolgimento" dalla Rete Città Sane, l'iniziativa italiana dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che premia i progetti significativi per la cura della comunità.

Due anni fa Acer ha avviato il percorso delle microaree inaugurando la prima nella zona di Noce-Pescarola, dove si trova il comparto di edilizia popolare Agucchi-Zanardi. Successivamente, un'altra microarea è stata aperta nella zona di San Donato, in collaborazione con il Comune di Bologna e l'azienda USL di Bologna.

https://www.youtube.com/watch?v=msqQEhDhTyM

 

Elena Loria, operatrice URP, ha espresso con entusiasmo la soddisfazione di aver raggiunto l'obiettivo prefissato due anni fa: "Siamo scesi sul territorio cercando di avvicinarci agli utenti nella micro area Pescarola per far emergere i loro bisogni e particolarità."

Matteo Pavan, anche lui operatore URP, ha aggiunto: "Questo riconoscimento testimonia il vero lavoro di rete che Acer è in grado di fare, anche con altri enti locali. È un lavoro al servizio della comunità e dei cittadini, e per noi è motivo di grande orgoglio poter contribuire alla comunità stessa."


La memoria partigiana si arricchisce di un nuovo murale

È stato inaugurato sul muro Acer che circonda la scuola materna di via Martini 2 il murale che conclude il progetto “Il racconto di un viaggio alla scoperta di Mimma, Marroni, Paolo e Pietro Busacchi”, ideato e curato da Artecittà-Aps con la collaborazione di Acer Bologna, Anpi Saragozza Sezione Magnani e le scuole della zona Saragozza. All’opera realizzata nel 2020 dall’artista Giuseppe Parenti dell’associazione Artecittà, si è aggiunta ora una parte di racconto per immagini, opera dei ragazzi della classe IIB della scuola secondaria di primo grado Guinizelli, sotto il coordinamento dello stesso artista, sempre sul tema dei quattro martiri che nel dopoguerra hanno dato i nomi a quattro strade dell’ex “Villaggio dei martiri della rivoluzione fascista”: Irma Bandiera, Mario Bastia detto Marroni, Giovanni Martini detto Paolo e Pietro Busacchi.

Questa zona del quartiere Saragozza era infatti un quadrilatero fascista, come testimoniano i nomi delle strade: via delle Camicie nere, oggi via Irma Bandiera; via del Legionario, oggi via Pietro Busacchi; via dello Squadrista, oggi via Paolo Giovanni Martini; via XXIII Marzo 1919 (data della fondazione dei Fasci italiani di combattimento da parte di Benito Mussolini), oggi via Mario Bastia.

La parte di murale realizzata dai ragazzi delle Guinizelli consiste in nove quadri in sequenza che rappresentano il nazifascismo, la deportazione e lo sterminio di ebrei, omosessuali, zingari, testimoni di Geova, ecc., l’occupazione militare di Bologna dal ’43 al ’45, la scelta dei partigiani di combattere nazisti e repubblichini, la lotta partigiana, la delazione, la cattura e l’uccisione dei resistenti.

Il presidente di Acer Bologna Marco Bertuzzi – presente all’inaugurazione insieme al presidente del Quartiere Porto-Saragozza Lorenzo Cipriani, alla dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo nr. 8 Francesca Baldelli e alla presidente dell’Anpi Saragozza, sezione Magnani, Mariarosa Pancaldi – ha commentato: “L’importanza di iniziative come queste è legata soprattutto alla necessità di trasmettere la memoria alle generazioni più giovani. Il ricordo delle persecuzioni razziali, delle violenze nazifasciste, della lotta partigiana, di chi ha sacrificato la vita per la libertà del nostro Paese deve essere un patrimonio da custodire e da lasciare a chi verrà dopo di noi. Al di là del valore artistico, questo murale ha il compito di raffigurare un pezzo di storia, deve essere una sorta di ‘pietra d’inciampo’ per i passanti che spinga a porsi domande e a inquadrare il presente alla luce di quella che è la nostra storia”.
Il presidente del Quartiere Porto-Saragozza Lorenzo Cipriani ha sottolineato il valore educativo, oltre che artistico dell’opera realizzata: “Mi piace sottolineare che questo lavoro è nato nel cuore di quello che era il cosiddetto quartiere fascista di Bologna e che oggi è dedicato invece alla memoria dei nostri partigiani, come testimoniano i nomi delle strade, quasi una sorta di contrappasso. E questo murale, con il suo forte valore educativo per i ragazzi che l’hanno realizzato ma anche per i cittadini che lo vedranno, contribuisce a tenere viva la memoria di chi ha lottato per la liberazione dal nazifascismo portando alla nascita di una repubblica democratica”.