L’esperienza Habitat–Microaree a Trieste


1 Febbraio 2024|4 Minuti

In una società complessa dove le istituzioni e le competenze sono numerose, la risoluzione dei problemi delle famiglie e delle persone passa attraverso la creazione di un “sistema” nel quale si integrino fra loro interventi, servizi e prestazioni che, invece, spesso sono fra loro slegati o sovrapposti o addirittura in conflitto fra di loro. Tale obiettivo richiede un approccio di governance locale, che si traduca concretamente in intese per la programmazione e la gestione integrata degli interventi e nel coinvolgimento delle famiglie, delle associazioni e delle organizzazioni del terzo settore operanti nel territorio.

È in tale contesto che ha preso avvio dal 1998 una intesa fra il Comune di Trieste, l’Azienda sanitaria locale e l’ATER per un programma di integrazione dei rispettivi interventi e servizi, da ultimo denominato “Habitat-Microaree, salute e sviluppo della Comunità”. La sperimentazione iniziale ha riguardato un complesso residenziale di proprietà dell’ATER, abitato da 650 famiglie (circa 1.700 persone);  si è poi allargata ad altri caseggiati ATER ed è stata successivamente estesa ai territori limitrofi alle case popolari (“microaree”). Attualmente sono una quindicina le microaree oggetto di intervento integrato, ciascuna con una popolazione che si aggira da 1.000 a 2.500 abitanti. Attraverso questo programma sono stati messi a disposizione locali per lo svolgimento di servizi e attività a favore degli abitanti delle case gestite dall’ATER di Trieste, in particolare per lo svolgimento del servizio di “portierato sociale” e per attività di socializzazione, formative e ricreative, finalizzate a prevenire e ridurre l’emarginazione delle fasce più deboli della popolazione.

Ciascuna microarea dispone di una o più sedi. Le sedi sono dotate di attrezzature informatiche, che consentono il collegamento con i vari servizi per via telematica. In ciascuna Microarea il personale è costituito da un operatore a tempo pieno dell’Azienda sanitaria, che funge da “Referente” di Microarea, gli operatori di Cooperative sociali che svolgono per conto dell’ATER il servizio di portierato sociale, gli operatori di Cooperative sociali che svolgono attività socioeducativa per conto del Comune e, infine, i volontari facenti parte di Associazioni.

Il Servizio di Portierato sociale svolto dagli operatori delle cooperative sociali per conto dell’ATER prevede la rilevazione delle necessità d’intervento delle parti comuni e delle aree verdi del complesso per il successivo inoltro ai competenti uffici dell’ATER, anche attraverso procedure informatizzate, il servizio di relazione con il pubblico tramite il quale vengono fornite informazioni agli inquilini sui servizi e sulle prestazioni dell’ATER e degli enti che aderiscono al protocollo d’intesa “Habitat-microaree, salute e sviluppo delle comunità”.

Le sedi Habitat-microarea rispondono alle funzioni di luogo di aggregazione, di coesione sociale, rivolto a tutta la popolazione dell’area bersaglio con particolare riferimento ai gruppi più vulnerabili (disabili, minori in età scolare, donne, giovani e anziani). Nelle aree interessate dal programma, sono stati inoltre effettuati interventi di riqualificazione e manutenzione degli spazi comuni degli stabili e delle aree scoperte e si è iniziato un percorso di gestione partecipata di servizi e attività, attraverso il coinvolgimento degli abitanti. 

(a cura dell’ufficio gestione sociale dell’ATER di Trieste)