Dove sorsero le prime case popolari ora nascono gli alloggi del nuovo millennio


7 Settembre 2023|3 Minuti

Sta per essere ultimato l’edificio di edilizia residenziale pubblica che sorge all’angolo tra le vie Serra e Albani, in Bolognina, a due passi dal centro storico, proprio nel punto in cui oltre cent’anni fa vennero costruite le prime case popolari di Bologna. E’ proprio qui, infatti, che è iniziata la lunghissima storia dell’edilizia residenziale cittadina, a seguito della nascita – nel 1906 – dello Iacp, l’Istituto autonomo case popolari predecessore dell’attuale Acer. Un’istituzione frutto dell’ingegno, visionario ma concreto, di sindaci come Giuseppe Tanari e poi come Francesco Zanardi, ricordato come il “sindaco del pane”, ma anche della casa.
Al posto dell’edificio quasi concluso fino a poco prima del Covid c’era un buco, una voragine di detriti su cui si erano fatte strada le sterpaglie nel corso di tre decenni. Quando finalmente è stato dato il via ai lavori per la costruzione di un nuovo edificio, ci sono stati rallentamenti dovuti all’attenzione che Acer riserva alla prevenzione delle infiltrazioni mafiose. Questo cantiere è diventato, infatti, anche il simbolo della lotta contro la corruzione condotta dall’Azienda Casa in quanto l’amministratore dell’impresa che si era aggiudicata l’appalto nel 2017 era stato poco dopo raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare nell’ambito di un’indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e quindi Acer aveva subito rescisso il contratto e ne aveva stipulato uno con la società classificatasi seconda nella graduatoria di merito.
A seguito del ricorso fatto della società esclusa, benché già raggiunta da due interdittive antimafia, Acer ha ottenuto ragione prima dal Tar della Campania e poi dal Consiglio di Stato, che hanno sancito la correttezza dell’operato dell’Azienda Casa nell’attività di prevenzione della corruzione e delle infiltrazioni mafiose. Una sentenza che ha fatto scuola, quella del Consiglio di Stato, perché per la prima volta ha sancito che scopo primario delle disposizioni in materia di codice degli appalti e leggi antimafia è di prevenire i rischi e non di sanzionare eventuali condotte illecite, di competenza della giustizia penale. Correttamente, quindi, Acer Bologna ha interrotto i rapporti nel momento in cui la società appaltatrice è finita sotto indagine, a prescindere da quella che sarebbe poi stato il giudizio penale, con il solo fine di evitare che un ente pubblico si trovasse ad avere rapporti con soggetti la cui posizione sul mercato risulti alterata da influenze da parte del crimine organizzato. Una sentenza di cui siamo orgogliosi.

Nelle immagini qui sotto l’area compresa tra le vie Serra e Albani prima e dopo la realizzazione del nuovo edificio di alloggi popolari.