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Estate e abbandono degli animali: più controlli, pene più severe
Ogni estate si ripresenta puntualmente un fenomeno drammatico e inaccettabile: l’abbandono degli animali domestici. Cani e gatti vengono lasciati lungo le strade, nelle campagne o nei pressi di strutture turistiche, spesso da chi parte per le vacanze senza aver organizzato adeguatamente la gestione dell’animale. Secondo dati recenti, in Italia vengono abbandonati circa 384 animali al giorno, con picchi durante i mesi estivi. Un gesto che, oltre a rappresentare un gravissimo atto di crudeltà, comporta rischi per la sicurezza stradale e per la salute pubblica.
Proprio per contrastare con maggiore efficacia questo fenomeno, a partire dal 1° luglio 2025 entra in vigore la Legge 6 giugno 2025, n. 82, che riforma in modo sostanziale il Codice penale e introduce nuove disposizioni per la tutela degli animali. Una svolta significativa che riconosce agli animali lo status di esseri senzienti, titolari di diritti, e che prevede sanzioni molto più severe rispetto al passato.
Tra le modifiche più rilevanti c’è l’inasprimento dell’articolo 727 del Codice penale, che punisce l’abbandono di animali. Ora il reato può comportare l’arresto fino a un anno e una multa che va da 1.000 a 10.000 euro. Se l’abbandono avviene lungo strade pubbliche, si aggiunge anche la sospensione della patente di guida da sei mesi a un anno, vista la possibilità che l’animale provochi incidenti.
In casi estremi, dove l’abbandono causa incidenti con esiti gravi o mortali, il responsabile potrà essere perseguito anche per omicidio stradale o lesioni personali stradali gravi, come previsto dagli articoli 589-bis e 590-bis del Codice penale.
La nuova legge interviene anche su altri fronti:
- Uccidere un animale comporta la reclusione da quattro mesi a tre anni (fino a quattro se l’uccisione è particolarmente cruenta), oltre a una multa da 5.000 a 60.000 euro.
- I maltrattamenti sono puniti con il carcere da sei mesi a due anni e sanzioni economiche rilevanti.
- Sono previste pene aggravate per chi organizza combattimenti o spettacoli illeciti con animali, o per chi diffonde contenuti violenti online.
- Viene introdotto anche il divieto esplicito di tenere animali legati alla catena, salvo che per comprovati motivi sanitari. La sanzione amministrativa può arrivare fino a 5.000 euro.
Un altro aspetto innovativo riguarda la gestione degli animali sequestrati: non potranno essere soppressi né ceduti durante il procedimento penale. È previsto il loro affidamento temporaneo ad associazioni o enti riconosciuti, con obbligo di cauzione e rendicontazione.
Come sottolineato da ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), questa riforma rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma nella tutela animale. Si passa da una logica centrata solo sulla repressione a un sistema che mira anche alla prevenzione, al rispetto e alla responsabilizzazione. Per la prima volta, il legislatore italiano introduce un sistema organico e coerente di norme penali a protezione degli animali, superando la frammentarietà delle disposizioni precedenti.
Durante l’iter parlamentare, ANMVI ha anche contribuito a correggere alcune criticità: ad esempio, è stata esclusa la responsabilità penale automatica per i veterinari in caso di incidenti o trattamenti obbligatori, salvaguardando così la funzione medica e professionale del settore.
Le amministrazioni pubbliche, in particolare quelle locali, possono ora contare su una cornice normativa più chiara e incisiva per intervenire sul territorio. In vista dei mesi estivi, è fondamentale intensificare le campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono, promuovere il ricorso al microchip e alla sterilizzazione, e rafforzare i controlli, anche grazie alla collaborazione con forze dell’ordine e associazioni animaliste.
È inoltre importante informare i cittadini su come comportarsi in caso di avvistamento di un animale abbandonato e su come effettuare segnalazioni alle autorità competenti.
La nuova legge approvata nel 2025 segna un passo importante verso una maggiore tutela degli animali e una più forte responsabilizzazione dei cittadini. Abbandonare un animale non è solo un gesto crudele: è un reato, con conseguenze gravi. Le istituzioni pubbliche hanno oggi strumenti più forti per agire concretamente. Ma è solo con il contributo di tutti – cittadini, enti, professionisti e volontari – che sarà possibile garantire agli animali il rispetto e la protezione che meritano.